L’
’incertezza del settore turismo porterà a dei cambiamenti sul modo di viaggiare per tutti noi. Oltre alle dovute preoccupazioni sanitarie (e di sanificazione) ci troveremo davanti ad una stagione turistica che dovrà affrontare modalità di fruizione differenti a cui la destinazione dovrà abituarsi.
Molti parlano già di una stagione con il turismo di prossimità e di turismo interno (inteso come nazionale).
E la Sardegna?
La nostra Isola a mio parere non può permettersi solo un target strettamente local (rappresentato dai soli vacanzieri sardi). La caratteristica di “Isola” densamente poco popolata non consentirebbe di reggere “solo” con il turismo di prossimità – turismo interno sardo – che sarà caratterizzato soprattutto da vacanze short e da fine settimana. Ci sarà bisogno del turismo nazionale (in periodo Pre-Covid19 circa il 50% di arrivi pari a 1.748.310 arrivi) per riuscire a galleggiare e salvare in qualche modo la stagione 2020. Ad oggi ancora non ci sono certezze sugli spostamenti delle persone tra le regioni, ma questo non deve cogliere impreparate le destinazioni turistiche e gli operatori turistici che devono continuare a pianificare la propria attività su possibili scenari, tra cui una possibile riapertura estiva dei porti e aeroporti. Solo chi avrà programmato e organizzato per tempo l’attività potrà agire per rendere sostenibile una stagione difficile e complessa, in attesa di una vera ripartenza nel 2021.
La sfida, sarà tracciare il giusto equilibrio tra chi vorrà concedersi:
- “Fine settimana alternativi”, riferiti principalmente agli spostamenti interni nell’Isola e rivolti, dunque, ai sardi che quest’anno tendenzialmente sceglieranno la Sardegna e faranno più viaggi interni per conoscere altre zone dell’Isola;
- “Vacanza Balneare – Relax”, alla ricerca di autenticità, riferita al turismo nazionale con soggiorni più lunghi, anche oltre la settimana (questo se e quando si riapriranno le frontiere regionali), rivolta al turista continentale che andrà a ripensare e riprogettare i propri viaggi all’estero verso le destinazioni italiane. L’Isola, grazie ad una limitata diffusione del virus, sarà vista come una meta alternativa più sicura di altre e potrà diventare una destinazione ideale in alternativa ai viaggi fuori Italia.
Come prepararsi?
Aspettando le linee guida e le varie ordinanze che consentiranno la riapertura con le dovute precauzioni ed i possibili spostamenti, sia i nostri operatori sia le varie destinazioni dovranno mettere in campo alcuni determinati accorgimenti per trovarsi pronti a questa nuova difficile sfida prima del ritorno alla normalità.
La parola d’ordine e ripensare in chiave di sicurezza tutti i servizi offerti, tra questi fondamentali sarà prevedere:
- i dispositivi di sicurezza individuale per i propri dipendenti e gli ospiti;;
- la sanificazione degli ambienti;
- il rispetto delle distanze sociali tra ospiti e personale;
- l’uso di tecnologie capaci di facilitare la fruizione dei servizi in sicurezza (es. prenotazioni online, diffusione delle informazioni al turista, potenziamento del delivery e take away per i ristoranti, procedure di comunicazione interne, ecc.)
Destinazioni e pianificazione
Il compito delle destinazioni sarà agire per tempo affinché gli operatori turistici possano creare ed operare con procedure standard di sicurezza, favorendo la diffusione di informazioni chiare e di tutte quelle azioni che possono far raggiungere gli obiettivi di fruizione sicura del territorio.
Ci sarà inoltre la possibilità per le piccole destinazioni, non ancora molto conosciute e con un flusso turistico minore, di proporsi come meta alternativa “ancora da visitare”.
Il concetto di creare un prodotto turistico di destinazione ora più che mai risulterà vincente. Sicuramente sarà utile proporre offerte non solo per il soggiorno ma integrate con le differenti attività presenti sul territorio, in grado di far vivere in modo esperienziale (termine sempre abusato ma mai come in questo caso determinante) la destinazione per brevi soggiorni concentrandosi sui mini gruppi (familiari) e coppie.
Infatti, per alimentare e stimolare il nostro turismo di prossimità, sarà utile proporre mini pacchetti (vacanza short break/week end) dove unire visite archeologiche, escursioni ma anche laboratori artigianali ed enogastronomici capaci di incuriosire e determinare la scelta della località. In questo contesto avranno un ruolo decisivo le strutture ricettive che sapranno adeguarsi alle prenotazioni brevi (anche di sole due notti) e saranno propositivi nel promuovere i servizi supplementari che vanno oltre al semplice soggiorno.
Un esempio virtuoso arriva dalla Cooperativa StartUno (con cui collaboro ormai già da due anni) che gestisce il Tempio di Antas e che sta già progettando una serie di brevi pacchetti che combinano la fruizione del parco archeologico con il soggiorno presso le strutture ricettive locali. Oltre alla visita del sito culturale, che da quest’anno offrirà un’esperienza di fruizione innovativa grazie all’applicazione Innovantas, sarà possibile scegliere tra differenti attività/laboratori/escursioni capaci di coinvolgere gli ospiti che decideranno di trascorrere la propria vacanza nella costa del Fluminese. Il target di riferimento saranno le famiglie e le coppie sarde.
Sono convinto che questo periodo di transizione consentirà agli operatori di creare offerte più integrate con il territorio, dove il fattore emozionale e di coinvolgimento del turista nella realtà locale sarà determinante.
Foto banner di Copertina: Riccardo Locci